Motore e trasmissione - JLF RACINGTEAM

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Motore e Trasmissione
Associazione sportiva dilettantistica Go-Kart



MOTORE
TRASMISSIONE
MOTORE
La prima differenziazione fra vari tipi di kart può essere fatta in  base al motore: 4 tempi, 2 tempi 100 cm³ racing, 2 tempi 125 cm³ racing  famiglia KF, 2 tempi 125 cm³ famiglia KZ e 125 cm³ famiglia TAG.

  • I motori 4T, divisi in derivazione industriale e racing. I primi  erogano una potenza limitata (a seconda dell'utilizzo, sempre meno di  12 CV) e vengono utilizzati esclusivamente per il noleggio a dilettanti  privi di esperienza e per alcune categorie endurance con gare a squadre  di notevole durata (anche 24 ore). Sono dotati di frizione centrifuga, spesso di trasmissione  automatica e sono abbinati a telai rinforzati adatti alle  sollecitazioni derivanti da un uso molto intenso. I secondi vengono  utilizzati in campionati dedicati e dai dilettanti che vogliono  manutenzioni diradate con lo svantaggio dell'elevato costo dei pezzi di  ricambio rispetto a un 2t. Ce ne sono molte tipologie in circolazione,  dai Wankel birotore da oltre 55 CV ai più tradizionali monocilindrici 4 valvole di derivazione enduro.
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TECNICA E TELAIO
Come sono costruiti questi Kart? La loro evoluzione tecnologica ai nostri giorni....
MOTORE E TRASMISIONE
Come sono realizzati i motori dei Kart? Che pneumatici utilizzano?
TIPI DI MOTORE
I motori 2T 100 cm³ racing erogano una potenza di oltre 27 CV con carburatore a farfalla da 24 mm (oltre 30 CV con carburatore slide da 29 mm) e possono raggiungere regimi di rotazione superiori ai 20000 giri/min. Non sono dotati né di frizione centrifuga né di cambio di velocità ed hanno un rapporto di trasmissione fisso. L'immissione può essere lamellare o tramite valvola a disco rotante. Nonostante la potenza in assoluto limitata, grazie al peso ridotto (in ordine di gara, kart e pilota: circa 145 kg) ed all'ampio range di funzionamento del motore (8000 giri/min - 20000 giri/min) che permette l'utilizzo di rapporti di trasmissione estremamente corti, le prestazioni di questi mezzi sono estremamente interessanti. Esistono altresì dei motori 100 cm³ 2T racing dotati di ammissione controllata dal pistone dedicati ai piloti di età inferiore ai 14 anni, con caratteristiche simili ma con potenza di circa 20 CV, dotati di frizione centrifuga e con peso minimo inferiore.

Tale famiglia di motori è scomparsa dal karting agonistico sostituita dalle varie categoria KF introdotte a partire dal 2007. Sopravvivono però molti esemplari in mano agli amatori non agonisti per via della loro estrema semplicità d'uso e manutenzione rispetto ai più complessi KF. Da qualche anno i 100 cm³ sono stati riammessi nelle gare come "categoria storica" in contorno delle gare nazionali, la 100 cm³ "storica" viene chiamata come categoria "Pre2000" e si svolgono delle gare nazionali/internazionali in Europa da partire in Inghilterra, in Italia, in Francia, in Danimarca e in Germania. I motori sono sempre i 100 cm³ (come regolamento sportivo dice che la massima cilindrata deve essere a 106 cm³) con il raffreddamento ad Aria a Lamelle o a Valvola che la scelta va al pilota, ma sono vietati i 100cm³ con la frizione come quelli "PistonPort". Invece i telai devono essere per forza in origine degli anni 90' (da partire con la omologa CIK 99 in giù) e il regolamento parla chiaro che sono vietati la ricostruzione dei telai con i tubi moderni. In queste gare 100 cm³ "storica" ci sono delle presenze di alcuni piloti appassionati della 100cm che erano rimasti orfani di gare e che divertono a restaurare i vecchi kart trovando in giro per internet a poco prezzo. Ci sono anche dei giovani piloti che vogliono provare il brivido dei 20000 giri/min e non mancano anche quei piloti del passato della categoria 100 cm³ degli anni 90-2000 avendo la tanta nostalgia di gare riprendendo i loro vecchi kart conservati in casa per ricordo. Da citare anche delle presenze di "lusso" come i vincitori di campionati Italiani, Europei e anche i Campioni del Mondo CIK-FIA di ieri e di oggi: Luca Corberi, Colin Brown, Alessandro Piccini e Gert Munkholm. Da citare in queste gare 100 cm³ "storica" hanno richiamato dei vecchi preparatori (che si sono persi nelle categorie monomarca moderne o alcuni andati in pensione) e decidere in rimettersi in gioco con i loro vecchi motori per rivivere delle loro vecchie sfide che hanno fatto la storia della categoria 100 cm³ dove i nostalgici ne parlano ancora oggi.
MOTORI A 2 TEMPI
I motori 2T 125 cm³ racing della famiglia KF sono dotati di frizione  centrifuga, rapporto fisso, valvola allo scarico (KF1, KF2), ammissione  lamellare, controalbero di bilanciamento, accensione elettrica ed un  regime di rotazione limitato elettronicamente: 16.000 Rpm (KF1), 15.000  Rpm (KF2), 14.000 Rpm (KF3).

Erogano una potenza compresa fra i quasi  40 CV del KF1 ed i 26 CV del KF3. Di fatto dal 2007 hanno preso il posto  nel karting agonistico dei più semplici motori 2T 100 cm³.

I motori 2T 125 cm³ racing della famiglia KZ dotati di cambio manuale  sequenziale a 6 rapporti e frizione erogano una potenza ben superiore a  46 CV a 13000 giri/min circa (allungo in fuorigiri fino a circa 15000 -  15500 giri/min). Anche per questi motori l'immissione può essere lamellare o tramite valvola rotante,  anche se ormai quest'ultima in disuso in quanto bandita nelle gare  internazionali oramai da diversi anni. L'ultimo esponente di tale  famiglia di motori è stato il quasi mitico TM KV95, un motore rimasto  nel cuore degli appassionati per l'erogazione estremamente violenta. La  notevole potenza a disposizione unita al cambio meccanico ed un peso  comunque limitato (in ordine di gara, kart e pilota 170 kg per la KZ2)  permettono a questi mezzi prestazioni assolute di tutto rispetto,  addirittura nelle accelerazioni brevi (0–60 km/h) paragonabili a quelle  delle moderne F1. Basti pensare che un 125 passa da 0 a 100 km/h in meno  di 4 secondi potendo raggiungere anche velocità in gara su alcune piste  di oltre 150 km/h, mettendosi alle spalle mezzi di ben altra  cavalleria. Sebbene forniscano prestazioni esuberanti i motori della  categoria KZ devono sottostare ad alcune limitazioni dettate dal  regolamento ad esempio:
  • volume camera di scoppio minimo 13cc
  • accensione ad anticipo fisso
  • carburatore unificato Dellorto Vhsh 30 (in precedenza Phbh 30)
  • numero di rapporti e spaziatura cambio definita da fiches.
MOTORI TAG
I motori 2T 125 cm³ della famiglia TaG erogano potenze comprese fra i 20 ed i 30 CV (ma alcune versioni più recenti superano i 35CV) con un regime limitato elettronicamente per aumentare affidabilità e durata. Sono dotati di rapporto di trasmissione fisso (tranne alcune recenti versioni dotate di 2 rapporti prodotto dalla Rotax) come i motori 2T 100 cm³ racing; ma a differenza di questi sono dotati di frizione centrifuga ed avviamento elettrico per facilitarne l'utilizzo (da cui il nome TaG: Touch and Go, in Italiano "premi e parti").

L'immissione è comunemente lamellare. Le prestazioni dei kart equipaggiati con questi motori sono leggermente inferiori a quelle dei comuni motori 2T 100 cm³ Racing, a causa del peso delle batterie che alimentano il motorino di avviamento. Lo scopo dichiarato dei TAG, oltre alla facilità di utilizzo, è quello della limitazione delle spese di manutenzione, divenute già eccessive sui comuni motori 2T racing 100 cm³, fatto che ha allontanando molti piloti amatoriali dalle gare nazionali. Per tale ragione vengono utilizzate in categorie monomarca dedicate (es. Rotax, Easykart, ROK cup). Sulla scia del successo di queste categorie la Federazione ha introdotto le nuove categorie KF in sostituzione delle categorie 100 cm³, cercando in qualche modo di riprodurre i concetti principali dei TaG (quindi limitatore di giri, accensione elettrica ecc) ma fallendo clamorosamente. È ora evidente che certi concetti utili per contenere i costi in ambito monomarca sono completamente fallimentari e sortiscono l'effetto contrario in regime di concorrenza fra motoristi, dove la via maestra per il contenimento dei costi è la semplicità.

Dal 2016 sono usciti nuovi motori detti OK a presa diretta con valvola di decompressione, accensione con limitatore di giri e valvola di scarico(non presente nella categoria Junior).
CASE MOTORISTICHE
Le maggiori case internazionali di motori per kart sono italiane e  tra le più importanti troviamo: IAME-Parilla, Motori Pavesi, Maranello  Engines, TM Racing, Maxter, Vortex, PCR, LKE, DeBei, CRS, SGM, Modena  Engines e infine Minarelli, famosa per la produzione di motori per  motocicli, specialmente 2 tempi. Meritano inoltre di essere menzionate la DAP, all'epoca gestita dai  fratelli Achille e Angelo Parrilla, ora non più operativa, casa  pluriiridata che realizzò il motore 100 cm³ Italsistem SV,  caratterizzato dall'aspirazione a disco rotante frontale comandato da  cinghia dentata, e la MBA, conosciuta anche come Morbidelli (dal cognome  del fondatore), anch'essa non più in attività nella produzione di  motori, famosa per il motore 125 bicilindrico per moto da g.p., poi  adattato al kart, il più popolare motore bicilindrico da kart mai  esistito e le cui termiche sono state utilizzati per anni da altri  costruttori tipo Gianni Balen.

Una menzione a parte meritano le categorie Superkart oltreoceano,  che utilizzano motori 2t bicilindrici racing di ben 250 cm³ di  derivazione motociclistica e che corrono su veri e propri autodromi come  Laguna Seca.
PNEUMATICI
Dopo l'impiego iniziale di ruote per carrelli industriali o  motociclistiche, dal battistrada scolpito e non progettati per l'uso  specifico, negli anni sessanta l'azienda statunitense Carlisle  immette sul mercato dei prodotti specifici, con cerchi da 4 o 5 pollici  di diametro e battistrada "slick", seguita poi dai maggiori produttori  mondiali[3].
I kart utilizzano pneumatici slick  (a battistrada liscio) di larghezza 7.1 (posteriori) e 4.5 pollici  (anteriori) montati su cerchi da 5 o 6 pollici di diametro. I cerchi  possono essere in alluminio o magnesio; il materiale con cui è fatto il cerchio influenza le temperature delle gomme, a causa della loro diversa conducibilità termica.  Questa è minore nell'alluminio e per questo è utilizzato nelle  condizioni di bagnato. L'ampia superficie degli pneumatici, il peso  ridotto in ordine di marcia e le mescole speciali utilizzate  conferiscono ai mezzi velocità di percorrenza delle curve ed  accelerazioni laterali elevatissime. La seconda fondamentale  differenziazione fra le categorie è proprio in base agli pneumatici:  maggiore è il livello di tenuta offerto da questi maggiore è il livello  di difficoltà e quindi prestigio delle categorie. Nelle categorie  internazionali vengono utilizzati pneumatici talmente performanti da  permettere accelerazioni laterali superiori ai 2 g  (in condizioni di pista ottimale si possono superare addirittura i 3 g)  e dalla durata appena sufficiente a coprire la distanza di una gara  (circa 22–25 km). In caso di pista bagnata i kart vengono equipaggiati  con pneumatici rain con dimensioni e caratteristiche simili.

Altro fattore che ha allontanato molti piloti dalle gare è stato  l'utilizzo, anche nelle categorie nazionali destinate ai non  professionisti, di pneumatici tanto performanti da richiedere un impegno  fisico ed economico eccessivo. Fisico per via delle notevoli  accelerazioni che il pilota è tenuto a sopportare, rendendo  indispensabile un allenamento specifico, economico in quanto tali  pneumatici hanno una durata molto limitata ed un costo comunque  piuttosto elevato. La maggiore casa produttrice di pneumatici per kart è ancora una volta situata in territorio italiano, ed è la Vega S.p.A. di Saronno (VA), che era stata fondata col nome di Quattro Stelle[3]. In Italia ha sede anche la più piccola Le Cont S.p.A.
PESI
In funzione del mezzo in uso, più o meno amatoriale (potenza, peso,  prestazioni delle gomme, presenza del cambio di velocità), e dell'età  dei piloti ammessi è sempre stato imposto un peso minimo regolamentare:  si va dagli 85 kg (kart + pilota) della cat. 60 baby, per i piloti dai 6  ai 7 anni, ai 180 kg (kart + pilota) della categoria 125 cm³ Prodriver  over 35, per i piloti di oltre 35 anni. I piloti particolarmente leggeri  che non raggiungono il peso minimo regolamentare della categoria in cui  possono/vogliono concorrere sono costretti ad appesantire il telaio con  un'apposita zavorra in piombo al fine di non trarre indebiti vantaggi.  Il peso minimo regolamentare è un elemento che influisce  considerevolmente sulle prestazioni velocistiche dei kart, soprattutto  sui mezzi privi di cambio di velocità, poiché il peso in eccesso  influisce negativamente in tutte le accelerazioni in cui non c'è  pattinamento delle ruote motrici.

Inoltre, il peso del pilota alza il baricentro del mezzo  aumentando la pressione a terra del battistrada e quindi l'impegno degli  pneumatici che tendono a scaldarsi e consumarsi di più, con conseguenze  deleterie per le prestazioni, sia sul giro secco che soprattutto sulla  distanza di gara. I piloti professionisti nelle competizioni  internazionali hanno un peso generalmente compreso fra i 70 e gli 80 kg,  quindi anche i telai sono sviluppati per lavorare (flettere) in tale  range. Si stima che, a seconda della categoria e della pista, 10 kg di  peso in più oltre il peso minimo regolamentare valgano dai 0,5s fino ad  oltre 1s al giro (su pista asciutta), un'enormità nel karting agonistico  dove i distacchi spesso di misurano in centesimi di secondo.

Su pista bagnata tale handicap si annulla fino a diventare in  alcuni casi un vantaggio: mentre lo svantaggio in accelerazione permane  (ma si riduce notevolmente in quanto si riducono le porzioni di pista in  cui il kart può accelerare senza pattinamento), la maggior facilità  nello scaldare gli pneumatici diventa un vantaggio apprezzabile che si  traduce in velocità di percorrenza delle curve più elevate. Infatti,  sono tutt'altro che rari i casi, soprattutto nelle categorie amatoriali,  di piloti in evidente sovrappeso (oltre 10/15 kg) che diventano  estremamente più competitivi sotto la pioggia.
Le principali categorie sono divise in base alla tabella seguente:
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